Per la maggior parte delle persone la parola “problema” ha un significato negativo: a nessuno piace avere a che fare con i problemi.

Ma se sostituissimo la parola “problema” con “compito”, “sfida”, “questione da risolvere” o “opportunità”, magicamente l’atteggiamento mentale cambierebbe e di conseguenza anche la predisposizione ad affrontare la risoluzione del problema stesso.

Se ad esempio un cliente esponesse delle lamentele, ciò manifesterebbe comunque il suo desiderio di restare cliente dell’azienda esprimendo però un disagio per un evento che ritiene negativo. Ben più grave sarebbe se il cliente non si lamentasse nemmeno e passasse direttamente alla concorrenza.

Il termine “problem solving” è molto di moda in ambito informatico ed in Zelando ci piace sottoporci costantemente a nuove sfide:

•   L’assistenza 
•   La risoluzione di bug
•   Il miglioramento delle perfomance
•   Lo sviluppo di algoritmi complessi
•   L’adozione di nuovi linguaggio di programmazione

Per il risolutore di problemi queste tematiche sono tutte opportunità per imparare, per migliorarsi e per aiutare gli altri.

Sembrerà scontato ma, per risolvere un problema la prima cosa da fare è prenderne atto, non sottovalutarlo e non tentare di procrastinarlo.

Si passa poi ad identificare le cause, individuando  possibili soluzioni (senza fermarsi alla prima che rappresenta solo una di quelle possibili), selezionare e scegliere la soluzione migliore. Dopodichè si possono pianificare i lavori, monitorare i progressi e soprattutto verificare che la soluzione abbia risolto il problema senza crearne di nuovi.

Concludiamo con due citazioni per rafforzare il concetto che è l’atteggiamento mentale a fare la differenza e non tanto gli strumenti che si hanno, o meno, a disposizione: un’argomentazione spesso utilizzata per giustificare un insuccesso programmato fin dall’inizio da una visione miope del compito che ci viene proposto. 

“Un nonno, raccontando a suo nipote della battaglia che si combatte ogni giorno dentro ognuno di noi dice: ‘Figliolo, la battaglia è tra due lupi che vivono dentro di noi. Uno è l’infelicità. È paura, preoccupazione, rabbia, gelosia, disagio, risentimento e inferiorità. L’altro è la Felicità. È gioia, amore, speranza, serenità, gentilezza, generosità, fiducia e buon umore’. Il nipote ci pensa e poi chiede al nonno: ‘Qual è il lupo che vince?’ Il vecchio risponde semplicemente: ‘Quello che nutri.'”

“Il miglior modo di prevedere il futuro è quello di crearselo” Alan Kay – Scienziato informatico