Viviamo perennemente con il cellulare, in simbiosi, quasi fosse un’estensione del nostro corpo. Sembriamo dei giocolieri: con una sola mano riusciamo a manovrarlo con destrezza e con due dita scriviamo come una perfetta dattilografa.

Ad avvalorare il trend in crescita del mondo digitale in miniatura ecco alcune statistiche consolidate del 2019:

• più del 75% degli italiani possiede uno smartphone.
• Trascorriamo in compagnia del cellulare ben 6 ore al giorno della nostra vita.
• L’85% degli utenti italiani che si collegano a Internet lo fa esclusivamente dallo smartphone.

Questi numeri devono farci riflettere: nel bene e nel male il futuro digitale sarà sempre più mobile e meno “desktop”.

Da tre anni a questa parte anche in Zelando sviluppiamo app con ottimi risultati.

Abbiamo utilizzato metodologie e approcci diversi, ambienti e linguaggi di programmazione differenti e abbiamo sempre sperimentato e reso disponibili le nostre app sia per le versioni Android che iOS sui rispettivi store.

Inutile nascondere che al di là della questione tecnica app “nativa” o “ibrida” (o cross-platform che dir si voglia) l’aspetto più estenuante del processo di sviluppo riguarda non tanto la pubblicazione sugli store, ma soprattutto la pletora di dispositivi disomogenei per componentistica hardware, per versione del sistema operativo e per risoluzione dello schermo attualmente disponibili.

Questi fattori rendono delicata e decisiva la progettazione dell’interfaccia e dell’usabilità dell’app: è necessario pensare ad una modalità del tutto differente di utilizzo e l’attenzione al particolare è fondamentale.

Notiamo ad esempio una resistenza ad abbandonare l’utilizzo delle classiche “tabelle”, impiegate su Web per visualizzare ordinatamente i dati ma totalmente inefficaci su un dispositivo di dimensioni ridotte, a favore di altre metodologie più consistenti di rappresentazione delle informazioni.

In Zelando poniamo molta attenzione alla progettazione dell’interfaccia: la realizzazione di mock up e la disponibilità di diversi dispositivi fisici sui quali effettuare le verifiche di funzionamento aiuta a realizzare app gradevoli e facilmente utilizzabili. 

Di recente, per ovviare alle problematiche di pubblicazione sugli store ed in parte alle diverse caratteristiche di dispositivi e dei sistemi operativi, si inizia a diffondere un’altra metodologia di sviluppo di app denominata PWA (Progressive Web App… accidenti a tutti questi acronimi!), ma tratteremo questo argomento in un successivo approfondimento.

Il mondo delle app è effervescente e in costante evoluzione e mai come in questo momento possiamo affermare che “il futuro è nelle nostre mani”.