Avevo già sperimentato la modalità “lavoro da casa”, ma saltuariamente e in altri contesti ed in Zelando lo smart working non è cosa nuova.
La situazione contingente ha portato una parte di noi, i più fortunati, a trasferire la propria attività lavorativa tra le mura domestiche, a tempo pieno.
Personalmente ammetto di aver commesso tutti gli errori che si possono commettere in tale situazione, a cominciare dal non radersi la barba la mattina al rimanere in tuta spesso e volentieri.
Posso permettermi di iniziare a lavorare quando voglio (tanto ho tutto il giorno a disposizione e nessuno mi controlla) con la facoltà di distrarmi a piacere e la comodità di interrompere il lavoro con il pretesto più insignificante. Insomma: una pacchia.
Nella mia stessa situazione c’è il resto del mondo, che come me non è abituato a lavorare disconnesso, e ha bisogno di chat e videochiamate per non sentirsi emarginato e soddisfare la frenesia di fare due chiacchiere, che poi diventano quattro, e poi e poi e poi… due ore di fila quando va bene.
A tutto questo sommiamo i figli che condividono, a diritto ma a modo loro, ogni centimetro e ogni secondo della nostra vita lavorativa, e inopinatamente ti piombano in stanza nel momento meno opportuno come se fossero stati appostati ad attendere l’attimo per farti la gradita sorpresa.
La morale è che spesso si arriva a fine giornata senza aver combinato granchè.
Per tutti coloro che si sentono rappresentati voglio condividere cinque (forse banali) piccoli personali buoni suggerimenti per limitare i danni e aiutarvi a gestire meglio lo smart working:
- Iniziare la giornata lavorativa sempre alla stessa ora, che non vuol dire necessariamente presto, ma significa con regolarità.
- Rifare il letto ogni santa mattina e vestirsi come se si dovesse uscire.
- Fissare una fascia oraria senza distrazioni, una sorta di zona franca, e difenderla con ogni mezzo. Anche solo in due ore si possono fare grandi cose.
- Al telefono niente monologhi: mezz’ora è più che sufficiente per prendere qualsiasi decisione.
- Se hai bisogno di compagnia non c’è bisogno di aggrapparsi al telefono e disturbare qualcun altro, prova a parlare con te stesso, ad alta voce, e ascolta i suggerimenti.
Parola d’ordine: disciplina! Senza dimenticarsi un un po’ di ironia.
Lorenzo