Rich Harris è un graphics editor del New York Times: non è un programmatore né, in apparenza, un esperto informatico, e questo ce lo dice la sua carriera professionale.
A noi di Zelando piace perché nella sua innaturale immodestia è sofisticatamente ironico.
Perché parliamo di lui?
Perché partendo da un’esigenza lavorativa concreta, quella di dover realizzare contenuti per il web nel minor tempo possibile, si è inventato un framework per il front end che fa concorrenza ai più blasonati React, Angular e Vue senza avere alle spalle la potenza che queste realtà vantano. Tutt’ora chi contribuisce a portare avanti il progetto è un manipolo di persone.
Lo ha chiamato Svelte (geniale!) e non è propriamente un framework ma è un compilatore che traduce i componenti realizzati con un mix di HTML, CSS e JS in codice Javascript ottimizzato, riducendo allo stretto necessario l’accesso al DOM (geniale al quadrato!).
Svelte si impara in soli due giorni e chiunque approcci questo nuovo metodo di realizzare “componenti” per creare Single Page Application (SPA) ne rimane rapito.
Senza voler annoiarvi con finezze tecnologiche, possiamo tranquillamente ammettere che molti degli informatici di lunga data di Zelando ritengono stupefacente ciò che Rich Harris ha creato.
Inoltre, il buon Rich ha dimostrato, se mai ce ne fosse bisogno, che non è necessario avere a disposizione budget infiniti e lauree in informatica (pensate che Rich è laureato in filosofia) per realizzare un progetto importante.
Sono invece sufficienti i seguenti ingredienti:
- una necessità concreta da dover risolvere
- una buona intuizione
- una gran voglia di rimboccarsi le maniche!
Grazie Rich: sicuramente utilizzeremo il tuo Svelte in Zelando.
Se qualcuno fosse interessato a conoscere Rich Harris consigliamo vivamente questo suo raro talk. Buona Visione.